ARTE E MODA CONNESSE : KLIMT / GALLIANO

Arte e Moda in connessione.

Connessioni floreali, ma anche metamorfiche.

In un mondo in cui lo star system e il sistema moda sono così rilevanti, la moda guarda l’arte per carpirle un po’ del suo tocco sublime, ultramondano.

John Galliano 2004 versus Gustave Klimt, inizio del XX secolo : in entrambi i casi, capi come girasoli, tessuti come piccoli fiori in 3d. Metamorfosi totali: donne tramutate in tesori botanici .

 

A dire il vero,  Klimt offre a chi guarda una pianta con un tappeto di fiori coloratissimi e aggraziati come pois alle sue radici;pianta di girasole. L’impostazione è tale però che nessuno vede una pianta, ma una delle sue donne dalle vesti lunghe  a trapezio, sontuose ma lineari, botticelliane con colori più accesi, fauve.

Il patchwork di diversi fiori  e diverse piante diventa patchwork di tessuti diversi, con fantasie svariate minuziosamente naturalistiche, un girasole  come copricapo che fa dimenticare il capo della donna , come un residuo di umane fattezze.

 

Letteralmente, una metamorfosi è un varcare, andare oltre la forma, sconfinare. Donne botaniche o piante umanizzate, resta il fatto che il patchwork floreale strizza l’occhio a un rinascimento di forme leggiadre ma oltraggiose, femminili ma assertive.

Più flora, che fauna, sulla tela come sulla catwalk.

 

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SPIEGA LE ALI: CONNESSIONI ARTISTICHE, KLEIN-PEDRINI, ENERGIA COSMICA E LIBERTA'

fotografia di Omar Pedrini: Giovanna Tagliati .

ALI FRA ARTIVISIVE E MUSICA ROCK

L’arte è fatta per sorvolare. Per sbarazzarsi della polvere della vita quotidiana e volare alto.

La musica è spirito senza corpo, disse Shopenhauer.

‘Dammi le ali, dammi spazio’, ha scritto David Bowie, più di recente, in una canzone.

Ali: un simbolo immortale di qualcosa di “alto”, puro e cosmico.

Mescola tutti questi elementi e avrai una connessione perfetta tra arte visiva e musica; una connessione fatta di libertà, essenzialmente.

C’è un grande amore per l’Anarchia e l’energia cosmica, in Yves Klein e nella rockstar italiana Omar Pedrini.

Nessuna regola, ma libertà, sentimenti, vivere la vita nella sua essenza.

A colori e in rock’n’roll.

Yves Klein è uno degli artisti più simbolici di una ricerca spirituale nelle arti, mescolando musica e pittura: mentre un’orchestra suonava una musica orientale (Klein era incantato dai valori zen), le sue modelle, dipinte con il suo affascinante pigmento BLUE KLEIN, lasciavano tracce su carta chiamate “antropometrie”, per celebrare uno stato immateriale di leggerezza, energia cosmica, vita che è “in atto”.

Come in un concerto, dove l’energia scorre  dinamicamente, nell’arte di Klein tutto è nell’ “happening”, essendo i suoi dipinti (le antropometrie), per lui, le ceneri  della sua arte ( una sorta di memoria dell’energia passata ).

Energia, musica, istinti primari. Voleva che l’arte fosse immateriale: essere e non apparire.

C’è qualcosa di più vicino alla musica di questo?

È tutto così evidente nelle tracce delle sue “ali blu”: ali umane, come quelle della Nike, in una sorta di “slancio vitale”, un’ode visiva per volare sul mondo materiale. Così anni Sessanta / Settanta.

fotografia: Giovanna Tagliati

Anche la musica lascia tracce nell’anima: ecco perché puoi vedere due chitarre con le ali sulla maglietta di una vera e ispirata rockstar italiana , Omar Pedrini, una chitarra come un angelo rock gotico.

Sono il simbolo di quel tipo di energia che Klein cercava. In entrambi i casi sono simboli della stessa ricerca: cercare la leggerezza, contro la gravità,” nuotare nell’aria”, proprio tra le braccia dell’ispirazione artistica.

Le canzoni di Pedrini parlano dell’ispirazione tratta dall’energia libera della natura: “vado via con me verso oriente”, “sarò acqua che si disseta da sé, io e me, vento che si rincorre“.

Yves Klein ha dichiarato: “Desidero giocare con i sentimenti umani, con la loro morbidezza” “Ho dipinto alcune superfici monocromatiche solo per ‘vedere’ con i miei occhi ciò che la sensibilità esistenziale mi ha concesso: energia, mari, cieli, libertà”.

Quanti elementi comuni al di là di tempi e arti diverse: spazio, elementi naturali, emozioni nel suono o nei colori.

A volte l’arte visiva è spirituale e la musica, viceversa, dà visioni. Queste sono le grandi connessioni che le diverse Arti possono generare.

 

Il giorno è blu

il silenzio è verde

la vita è gialla;

tracce di luce,

linee, e non finisce mai … YKlein

 

Antropometrie, Yves Klein,

Omar Pedrini, foto di Giovanna Tagliati.

 

 

 

 

 

 

 

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CONNESSIONI/ PRADA E L'ESPRESSIONISMO

Giovane donna seduta. Indossa i colori dell’Espressionismo nel suo abito, in strisce gialle e nere, un verde bruciante d’acido nello sfondo e un divano in blu elettrico. C’è fuoco nella stanza, è una sorta di psichedelia del primo periodo, in modo più dark, con una certa dose di malinconia, di spleen, di nostalgia interiore.

C’è un gatto, come in un quadro di Balthus, ma nessuno sguardo sexy, nessuna posa sexy. C’è poesia dentro la stanza, dentro la donna E’ la donna ideale del gruppo, degli espressionisti sognatori che volevano aprire al cuore dll’uomo la bocca.

Prada. Molti anni dopo. Più di cento anni dopo. Non puoi trovare quel fuoco che corrompe e quel tipo di corrosione, ma non sei neanche davanti alla tipica ragazza della moda.

Ti trovi davanti una giovane donna che ha una borsa al posto del gatto, e vedi un raffinato nero al posto di colori urlanti.

Ma è l’ arte che Prada vuole instillare nella mente del suo compratore ideale, con un abito creato per la mente e l’anima, più che come status symbol.

In un sistema dell’arte in cui il marchio è così importante, questa connessione vale in modo particolare perchè vira verso l’espressione di un  modo di essere .

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Louis Vuitton e Jeff Koons

Jeff Koons disegna nel 2017 la seconda collezione di borse firmate Louis Vuitton .

L’intersezione fra due mondi sempre più vicini è per la seconda volta dimostrata dalla linea Masters, in cui Koons, tra gli artisti contemporanei più influenti nel mondo dell’arte, sottolinea il legame personale con ciascuno degli artisti omaggiati.

Ha affermato ‘quando qualcuno passeggia per strada o siede in un cafè indossando una di queste borse, sta davvero comunicando l’amore verso l’umanità’ .

Al di là delle affermazioni personali dell’artista dei ‘Puppies’, una collezione di questo tipo sottolinea la tendenza mondiale alla brandizzazione dell’arte e in generale di ogni prodotto di lusso.

Una borsa è un oggetto d’uso che ha un valore aggiunto , quando si tratta di un’icona come Louis Vuitton : prestigio, durata, lusso, eleganza, stile sono tutti simboli che, come direbbe Cassirer a proposito del fatto che siamo animali simbolici,  accompagnano il compratore nella scelta di un prodotto eloquente e riconoscibile come questo.

Da  Boucher a Gauguin, da Manet a Monet, da Poussin a Turner : artisti mito presenti nell’immaginario collettivo arrampicati su borse altrettanto presenti in un immaginario planetario di fashion victims.

Aggiungere omaggi all’arte aggiunge eternità e valori simbolici ad un oggetto che, per quanto durevole e prestigioso, non ha certo a che fare con l’eternità  o l’immortalità di un capolavoro pittorico.

Contro la moda mortifera che cede il passo al tempo, si scelgono opere d’arte che si fanno Pop ma che si intrecciano al design di moda come  in una sorta di yin e yang.

Brand everywhere, è la parola d’ordine. Con il timbro autoritativo ma anche leggiadro delle ninfee di Monet.

 

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Gucci versus Bosch e Millais: è il tempo di un' HALLUCINATION

Moda e Arte a braccetto. La Moda ha sempre stretto l’occhio all’arte nell’ispirazione; basti pensare a quanti tributi alle Avanguardie, come il Cubismo Orfico o la Pop Art, abbia realizzato negli anni Novanta Gianni Versace o a certe pubblicità di Chanel guidata da  Karl Lagerfeld, in tributo a Bisanzio e ai mosaici ravennati, appena  pochi anni fa .

Gucci Hallucination . La campagna 2018 Primavera estate della Maison fiorentina guidata da Alessandro Michele è tutta un tripudio di ninfe e personaggi dell’arte , sotto l’egida artistica di Ignasi Monreal.

In  abito aureo, fra ninfee e acque stagnanti, una novella Ophelia omaggia quella celeberrima di John Everett Millais, del 1852.  Un quadro che è stato citato in video musicali nel corso del tempo (da Robert Plant a Nick Cave, per fare solo due nomi notissimi), esprime la femminilità, virginale ma maliziosa, preraffaelita ed esalta il binomio Amore e Morte, che è forse il topos letterario più dipinto in quel periodo e che si presta alla teatralità di una collezione di moda così legata allo stile più che a tendenze passeggere di mercato.

Aura d’artista, aura di fashion designer.

Se tutto diventa brand, arte compresa, il connubio fra brands li esalta a vicenda ma è anche un modo per celebrare icone dell’arte nell’immaginario di un pubblico vastissimo .

Hyeronymus Bosch , con il suo Trittico del giardino delle delizie , 1490-1500, ha ispirato un artwork che  porta dritti in una dimensione, come dice il titolo della campagna stessa, allucinata, così puntuale e stralunata da essere davvero surrealismo di moda.

L’artista, Ignasi Monreal, fa ironia con queste illustrazioni create digitalmente ma trattati alla stregua di veri e propri dipinti.

‘Le donne i cavallier l’arme gli amori’, cantava Ludovico Ariosto, in un Orlando Furioso emblema dell’amore folle e dell’ambiente cortese al tramonto . Cavalieri, donne, armi e borse firmate sono il leit motiv di una campagna pubblicitaria che segna una netta contaminazione fra il mondo dell’arte visiva e le sue icone e le icone di un brand di stile di fama mondiale.

Finale ironico che strizza l’occhio a un tributo dell’arte nell ‘arte : Ignasi si tuffa nella tela ricreata e tende la mano alla ragazza, neo modella epigone della magnifica musa preraffaelita Elisabeth Siddal, per farla uscire dalla sua ‘tomba d acqua’.

L’arte lascia il passo alla pubblicità, e la morte cede il passo a oggetti di lusso particolarmente iconici.

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