Tempo di relax in amache rosa?
“Blood in My Milk” è la prima mostra personale istituzionale negli Stati Uniti dell’artista e riunisce le nuove modifiche multi-schermo di quattro dei più importanti lavori di Simnett realizzati fino ad oggi.
Nelle parole di Ben Eastham: “Il lavoro di Simnett è” surrealista “alla maniera di Un Chien Andalou (1929), tagliando bruscamente le immagini per favorire le associazioni da incubo. Influenzata nei suoi primi lavori dalla politica corporea della “seconda ondata” del femminismo (tiene libri di schizzi pieni di omaggi a Jenny Holzer, Barbara Kruger e Cindy Sherman), il suo lavoro propone di situare il corpo al centro dei dibattiti sulla società e il sè, sempre più preoccupato da reti immateriali e identità non corporee “(Frieze.com).
Marianna Simnett affronta i temi del corpo e del Sé attraverso un’opera d’arte incantevole: così femminile e tenera, ma anche ansiosa sui temi dell’Identità e della personalità della donna, attraverso il suo universo filmico.
Un lavoro brillante, ‘morbido’ ma forte.
GRAZIE A #lssartadvisory. LA FOTO: Per gentile concessione dell’artista e Jerwood / FVU Awards
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